Saaaaalve a tutti!
Dopo avervi finalmente spiegato tutti i perché e i percome dei dorama in questo meraviglioso articolo insieme a Pirandello, NON POTEVO non parlarvi di una serie asiatica che ho amato a dismisura, ovvero Hello My Twenties (Age of Youth in originale).
Sono sincera: per quanto ami i dorama, a volte la dose di trash da affrontare è davvero elevata, e mi ci vuole un sacco di tempo per “smaltirla”. Ma Hello My Twenties me lo sono divorato e sono fermamente convinta che sia una serie adattissima anche a chi non è fan dei prodotti asiatici, o che non ne abbia mai visto uno. 
Il motivo? Perché è il dorama “meno dorama” che io abbia mai visto. Ora vi spiego.
La storia si svolge intorno ad una pensione chiamata “Belle Epoque” e alle 5 coinquiline che la abitano. Le ragazze hanno tutte circa vent’anni e in teoria sono tutte studentesse universitarie (anche se una, in realtà, non lo è). Armatevi di pazienza, perché non posso liquidarle con due parole: sono l‘anima della serie.
La prima che conosciamo è Yoo Eun-jae (interpretata da Park Hye-soo nella prima stagione, da Ji Woo nella seconda), una ragazza di campagna timida e riservata, costretta a trasferirsi per frequentare l’università. Incapace di dire la sua, farà fatica ad integrarsi al Belle Epoque, almeno finché non capisce che l’unico modo per sopravvivere alla “coinquilinanza” è farsi valere. 
Si evolve molto, nel corso delle puntate, riuscendo a sconfiggere la sua timidezza – aiutata, in parte, anche dalle sue chiassose coinquiline. Nasconde uno scheletro nell’armadio che viene fuori nella prima stagione.
L’unica gioia è Jae-wan
La sua compagna di stanza è Yoon Jin-myung (Han Ye-ri), una ragazza più grande che, per mantenersi, lavora come cameriera part-time in un ristorante costoso e come commessa in un minimarket aperto tutta la notte. Molto attenta a risparmi e consumi, con una situazione familiare a dir poco complicata, Jin-myung non ha tempo per pensare ai ragazzi, o alle feste, o ai bei vestiti. La sua storia è la più straziante e coinvolgente (date una gioia a questa donna!), ma nella seconda stagione si riscatterà parecchio… più o meno.
La bellissima Kang Yi-na (Ryu Hwa-young), invece, si finge una studentessa per poter vivere al Belle Epoque, ma in realtà viene mantenuta da tre uomini in cambio di compagnia. Vorrebbe vivere nel lusso e nella spensieratezza tutta la vita… ma cambia molto, nel corso delle puntate, e alla fine è una persona molto diversa da quella che pensava di voler essere. Anche lei nasconde un segreto nel passato, che verrà inesorabilmente a galla.
Jung Ye-eun (Han Seung-yeon) sembra la classica ragazza perfetta – popolare, amica di tutti, carina e con un bel ragazzo al fianco – anche se, sotto sotto, nasconde una grande tristezza, visto che la sua famiglia bada più alle apparenze che ad altro. Sembra una ragazza frivola, che ama il rosa e i vestiti carini, ma la sua vita viene radicalmente sconvolta e diventa una persona totalmente diversa – in meglio o in peggio, solo il tempo lo dirà.
Cioè. Da amare.
La sua compagna di stanza è Song Ji-Won (Park Eun-bin), che, non lo nascondo, è in assoluto la mia preferita. Ji-Won è una studentessa di giornalismo dalla personalità a dir poco frizzante: chiassosa, energica, a volte un po’ volgare, alla perenne ricerca di un ragazzo, bugiarda cronica e sempre pronta a dar fastidio al suo povero collega Sung-min (Son Seung-won). Lei più di tutti cambia moltissimo nel corso della serie, perché la seconda stagione riguarda il suo passato e la vedremo maturare, crescere, dubitare.
“Ballare” secondo Ji-won
Una ragazza allegra, Eun
Nella seconda stagione si aggiungerà al gruppo anche Eun (Choi Ah-ra), una ragazza altissima e parecchio scontrosa che giungerà in seguito all’arrivo di una lettera minatoria anonima indirizzata a una delle coinquiline del Belle Epoque. Eun è l’antitesi della femminilità, con un caratterino che, non lo nascondo, all’inizio mi dava proprio sui nervi. Ma pian piano esce dal guscio ed è semplicemente adorabile.
Tra drammi e risate, assistiamo alla nascita dell’amicizia tra le cinque ragazze, mentre pian piano muovono i primi passi nel mondo degli adulti – e dei loro problemi.
Perché dico che è un “dorama poco dorama”?
Il trash è presente ma limitato. Il che un po’ ci dispiace, ma allo stesso tempo rende la serie “facile” da vedere, più simile ad una comedy americana (con un pizzico di thriller, eheh) che ad un altro dorama asiatico come, che ne so, Meteor Garden. Qualche cliché però, con nostra grande gioia, non manca neanche qui.
- È molto credibile. Non che gli altri dorama non lo siano (con qualche eccezione…) ma questo è più credibile degli altri: sarà per i “piccoli grandi problemi” legati al condividere una casa con persone sconosciute, per le relazioni complicate e slow-burn, per il ritratto crudo del mondo del lavoro (ho sofferto tantissimo per Jin-myung)… mi è sembrato molto più realistico di un dorama tradizionale.
- Le storie d’amore sono sempre in secondo piano. Tutte le ragazze intrecciano storie d’amore più o meno sofferte, ma non sono MAI la trama principale, quanto delle sottotrame ben sviluppate, o forniscono uno spunto per la trama principale (come nella seconda stagione, quando Eun-jae cerca di affrontare la fine della sua relazione).
Tutte le protagoniste, poi, ottengono lo stesso livello di approfondimento: nella prima stagione il focus pare quasi “una puntata a personaggio”, svelando il loro passato e intrecciando pian piano le loro storie fino ad ottenere una risoluzione finale nelle ultime puntate, cosa che personalmente mi è piaciuta moltissimo.
A proposito di protagoniste: sono semplicemente adorabili. Non potrete fare a meno di amarle, tutte quante, senza contare che alcune di loro (come Eun, Yi-na e Ji-won) sono mooooolto fuori dai “canoni tradizionali”. E nessuna di loro è uguale all’altra, in entrambe le stagioni, si tratta di 5 personaggi con voci ben distinte.
Che dire poi della loro evoluzione? Meravigliosa, anche se ci sono momenti che semplicemente ti spezzano il cuore. Questi sì che sanno che vuol dire “character development”.
Ah, ‘sti due…
Anche i personaggi maschili sono degni di nota, perché 1) non sono lì solo per bellezza, sono effettivamente utili alla trama senza rubare la scena e 2) alcuni di loro sono davvero positivi (sottolineo alcuni). Vi innamorerete di Jae-wan, Jong-yeol, del fantastico Sung-min (anche se ogni tanto lo odierete) insieme alle nostre protagoniste, con conseguenti ship da far male al cuore specialmente Ji-won e- meglio se non ve lo dico.
La serie tocca e presenta svariati temi, nascosti dietro gli intrecci della vita quotidiana, temi come l’eutanasia, la pedofilia, la prostituzione. Ognuna delle ragazze del Belle Epoque ha vissuto un qualche trauma e il modo in cui lo gestiscono, sebbene ognuna lo faccia in maniera diversa, è ciò che le avvicina. Un altro tema importantissimo e ricorrente nella serie è 
il tema femminile, la figura della donna all’interno della società, la sua emancipazione e la violenza nei suoi confronti. Forse non potremmo dichiararla una serie TV femminista, ma se non altro evidenzia i problemi, verosimili, delle donne in tutto il mondo.
Tutta questa recensione per dirvi, molto semplicemente: vale la pena vederlo. Nonostante le locandine dai colori sgargianti e l’apparenza frivola, nasconde molti spunti di riflessione ben più profondi, che fanno riflettere. Fan storici dei dorama o novizi, non importa, è adatto a tutti: è il dorama che non ti aspetti, imprevedibile e coinvolgente, che ti strappa un sorriso e una lacrima nello stesso momento.
Pennac
P.S: su Netlfix è presente solo la seconda stagione, quindi occhio! Non saltate la prima perché è più bella e non capireste un sacco di cose! Potreste dover fare un po’ di ricerche ma ne vale la pena!
P.P.S: solo a parlarne ho una voglia matta di farmi un bel rewatch. E io non faccio mai rewatch.
IL CAPPUCCINO 