Lion, la strada verso casa – Garth Davies (2016) ~ ☕☕☕☕☕

Ciao a tutti!

Eccomi di nuovo con una recensione che ho rimandato per un bel po’, perché è molto difficile descrivere tutte le emozioni che questo film mi ha trasmesso. 

In generale mi piacciono i film drammatici, se poi sono anche biografici sono ancora meglio. E Lion è un film biograficoma non è solo questo il motivo per cui lo reputo un film bellissimo e che vale davvero la pena vedere.

Partiamo con la trama.

1986, distretto di Khandwa, India. Il piccolo Saroo (Sunny Pawar) vive con la madre Kamla (Priyanka Bose), la sorellina e il fratello maggiore Guddu (Abhishek Bharate) in un piccolo villaggio. Per vivere, svolgono piccoli lavori, come rubare il carbone dai treni merci per poi scambiarlo con latte e cibo. Una sera Saroo accompagna Guddu per un lavoro e si ferma alla vicina stazione dei treni con l’intenzione di dormire fino al ritorno del fratello. Tuttavia si addormenta su un treno. E il treno parte.

Si ferma solo 1600 km dopo, a Calcutta. 

Saroo si ritrova completamente solo, in una città crudele di cui non capisce neanche la lingua – mentre a Khandwa si parla hindi, a Calcutta si parla bengali – dove i bambini spariscono e i poliziotti stanno a guardare. Affronterà una serie di pericoli prima di finire in un orfanotrofio dove finalmente ha un colpo di fortuna: grazie a Mrs. Sood (Deepti Naval) – fondatrice dell’ISSA (Indian Society for Sponsorship and Adoption) – Saroo viene adottato da John (David Wenham) e Sue Brierley (Nicole Kidman), una coppia australiana che vive a Hobart, in Tasmania. Saroo vola in Australia, e l’India è solo un ricordo lontano.

2011, Melbourne. Saroo (Dev Patel) è uno studente universitario, studia gestione alberghiera, ha una ragazza, Lucy (Rooney Mara) e degli amici. Non ricorda nulla della sua città natale finché ad una cena tra amici assaggia le jalebi, un dolcetto che era solito condividere con il fratello Guddu. Le porte del passato si spalancano e Saroo inizia una disperata ricerca tramite Google Earth per trovare la sua famiglia d’origine.

Che dire? Oltre al fatto che Dev Patel è assolutamente straordinario in questo film – e infatti è stato candidato al Premio Oscar come Miglior attore non protagonista – questo film merita un sacco. E’ un film profondamente commovente, incalzante (non riuscivo a smettere di chiedermi: «Ce la farà? Non ce la farà?» e cose del genere per tutta la seconda parte) ed emozionante, che mi ha tenuta incollata allo schermo fino alla fine. 

La cosa peggiore però è stata realizzare che anche se il film è ambientato parecchi anni fa, cose come quelle a Calcutta (e non solo) capitano ancora tutti i giorni.  

Ne consiglio la visione a tutti – magari a un pubblico abbastanza adulto – e sicuramente leggerò il libro che ha ispirato il film, La lunga strada verso casa, scritto da Saroo Brierley stesso. 

Spero di avervi incuriosito e invogliato a vedere questo splendido film.

Alla prossima recensione!

Pennac     

P.S. Altri film molto belli con Dev Patel (no, non vado matta per lui, proprio no): The Millionaire, film di Danny Boyle del 2008, Marigold Hotel (film di John Madden del 2012) e L’uomo che vide l’infinito (di Matt Brown, del 2015). E io che me lo ricordavo dai tempi di Anwar di Skins

Lascia un commento