Arrow – Greg Berlanti, Marc Guggenheim, Andrew Kreisberg ~ ☕☕

Ciao a tutti!

La recensione di oggi riguarda una serie che inizialmente mi aveva preso da morire ma è andata poi degenerando sempre più… Ma di questo ne parlerò meglio dopo.
Arrow è una serie della DC che si ispira, ovviamente, alla storia dell’omonimo personaggio dei fumetti.
Ma bando alle ciance e apriamo le danze!

Il mio nome è Oliver Queen. Per cinque anni sono rimasto bloccato su un’isola con un solo obiettivo: sopravvivere. Ora esaudirò il desiderio di mio padre in punto di morte: userò la lista di nomi che mi ha lasciato e colpirò tutti quelli che stanno avvelenando la mia città. Per fare questo, devo diventare qualcun altro. Devo diventare qualcos’altro.”

Questa è il prologo che sentiamo all’inizio di ogni episodio – con alcuni cambiamenti nel corso delle stagioni – e su per giù riassume tutta la trama.

Arrow, infatti, narra la storia di Oliver Queen (Stephen Amell), playboy miliardario che per cinque anni viene creduto morto in un naufragio. La verità è che è rimasto bloccato su un’isola “deserta” dove viene messo alla prova dalla vita e cambia radicalmente.

Tornato in città, Oliver vestirà i panni di un giustiziere incappucciato che va in giro a far giustizia “a modo suo” per far sì che Starling City possa diventare una città migliore.

Nella sua lotta contro il crimine, lo affiancheranno vari personaggi come la guardia del corpo Diggle (Colin Donnell), l’intelligentissima informatica Felicity (Emily Bett Rickards) e altri che non posso svelarvi.

Nel corso di ogni puntata, inoltre, le avventure del giustiziere mascherato si mischiano a flashback che ci raccontano cosa ha vissuto veramente Oliver su Lian Yu, l’isola deserta che poi forse tanto deserta non era.

 

La trama l’ho trovata avvincente fin dal primo momento e i flashback erano a dir poco azzeccati.

Il problema di questa serie, però, è che, ad un certo punto, sembra quasi che sceneggiatori, registi e chi di competenza abbiano perso di vista la trama. Diventa tutto sempre più buttato là e l’incapacità recitativa di Stephen Amell – potrebbe quasi fare concorrenza a Clary di Shadowhunters – e la banalità dei dialoghi hanno reso questo afflosciarsi della trama ancor più pesante.

A livello attoriale, trovo “incapace” solo Stephen, gli altri sono abbastanza bravi – chi più chi meno – e, a parer mio, se la serie è arrivata alla quinta stagione è grazie a loro – e agli addominali di Stephen.

Punto forte sono stati i “cattivi”. Da Deathstroke a Ra’s al Gul all’Arciere Nero ad Amanda Waller e la Suicide Squad (il mio amato Deadshot (Michael Rowe)… Ragazzi, Arrow va visto per lui!) a Damien Darhk.

 

Ho resistito fino alla quinta stagione solo grazie a loro e a Felicity e Diggle.

Ma poi non ce l’ho fatta. Non sono riuscita neanche a finire la seconda puntata della quinta stagione.

Mi sono annoiata da morire, è andato tutto a rotoli e mi sembrava che tutti i passi avanti fatti nelle passate stagioni fossero stati semplicemente cancellati. Non so, magari se avessi continuato avrei un’opinione diversa.

Riguardo la sceneggiatura preferisco non esprimermi perché non voglio diventare scurrile.

Diciamo solo che la banalità è di casa.

La regia… Be’, a esser sincera non so cosa dire, quindi soprassediamo.

Gli effetti speciali… Stendiamo un velo pietoso.

Diciamo che nel complesso non consiglio la serie né la sconsiglio del tutto.

Arrow è in un certo senso alla base di The Flash e DC’s Legends of Tomorrow, entrambe serie decisamente superiori ad Arrow, e perciò quello che mi sento di consigliare è: se vi piacciono i supereroi, provate a vedere Arrow e semplicemente andate avanti finché non vi stufa. Potreste ritrovarvi a vedere solo tre episodi o solo le prime due stagioni o magari arriverete alla centomillesima stagione, chi lo sa.

Pirandello

P.S. ovviamente tenete a mente che TUTTE le serie della DC hanno una certa dose di trash. A me piacciono molto, ma se non amate il trash e effetti speciali “fumettosi” evitate queste serie.

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