Alice nel Paese della Vaporità – Francesco Dimitri ~ ☕☕

1517742139540Buongiorno a tutti!

Allora.
Premetto che questo libro è uscito la bellezza di OTTO anni fa e, quando l’ho comprato, ero decisamente troppo piccola per leggerlo. A dirla tutta, non sono riuscita ad arrivare neanche a metà, perché mi aveva terrorizzata; l’ho riletto da poco (fino alla fine) e in questa recensione vi dirò cosa ne penso. Ho provato a mantenere il mio giudizio lontano e libero dalle impressioni di (sette? otto?) anni fa.
Ma andiamo con ordine.

Ben è un giovane londinese con la vita a pezzi per un sacco di motivi, non da ultimo il fatto di soffrire di una peculiare malattia, la Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie (peraltro esistente, è un disturbo neurologico molto serio), che gli causa costantemente allucinazioni. Per lavoro legge manoscritti per conto di una casa editrice. Un giorno, in una giornata particolarmente difficile, gli arriva una mail con una storia: Alice nel Paese della Vaporità.

Con lui seguiamo la storia di Alice, un’antropologa di una Londra futura e mai esistente in cui la tecnologia è tornata quella del passato: il vapore. Il sogno di Alice però è andare fuori, nella Steamland, il territorio oltre Londra dove le scorie del vapore – la Vaporità – permeano tutto e tutto nascondono. Ma la Vaporità è pericolosa: è un forte allucinogeno e, negli anni, ha causato mutazioni genetiche varie agli abitanti della Steamland.
Quando Alice ci si avventura, però, non sa che ha fatto avverare un’antica profezia, e il Coniglio Bianco non smetterà di darle la caccia finché la Regina non avrà la sua testa…

Ora, una riscrittura della storia di Alice non è di per sé una grande novità – non dimentichiamo la raccolta di Angela Carter – ma non è questo il punto.
I contenuti ci sono, la trama c’è. Il problema fondamentale di questo romanzo, secondo me, è che è troppo, troppo inquietante.
Non inquietante nel senso di “pieno di misteri” o cose del genere, dico inquietante nel senso di disturbante. Vari passaggi sono fin troppo crudi, e detto da una persona che ha letto Stieg Larsson quasi senza battere ciglio, è tutto dire. Più che altro è una crudeltà, una violenza, quella descritta, troppo forzata – il passaggio dove Alice incontra il vampiro Ruthven, per esempio: è un abominio, sono pagine orribili da leggere, ma è forzato. Come se l’autore avesse tentato a tutti i costi di generare nel lettore quel senso di orrore e ci sia riuscito solo con scene assurdamente violente (vogliamo citare la descrizione dei Tetracommodori?) che mi hanno fatto venire voglia, più di una volta, di chiudere il libro e finirla lì.
Alice l’ho odiata. Dalla prima all’ultima pagina. Così come Ben, che in realtà mi è sembrato un fantoccio senza vita né anima dalla sua seconda apparizione in poi. In generale, di personaggi non se ne salva uno – forse giusto il monaco Miyamoto, e volendo la versione “steamlandiana” dello stregatto Chesy; il resto, o si odiano, o si prova pena per loro (come Marty Zap, il quale alla fine risulta essere il personaggio più importante di tutta la baracca), o sono totalmente indifferenti.
E devo ammettere che tutto ciò è un vero peccato.
L’idea era buona. Violenza a parte, la trama è intrigante, il mondo della Vaporità è accattivante e piuttosto singolare nel suo complesso. Quando ho finito il libro, una parte di me voleva un seguito – volevo sapere come andasse a finire la storia, se Alice si sarebbe adattata, se Ben si fosse immaginato tutto (mi sarebbe piaciuto come finale)… insomma, un seguito. Quindi il progetto non è stato un fiasco totale, questo romanzo qualche punto a suo favore ce l’ha.
Ma tutta quella violenza, quel volutamente disturbante che neanche una puntata di Game of Thrones… non so, magari sono io, ma l’ho trovato seriamente esagerato.

Un appello a chiunque abbia letto questo romanzo e l’abbia apprezzato: mi sapete spiegare che cosa vi è piaciuto tanto? Sono sinceramente curiosa di saperlo.

La chiudo qui. Un saluto e alla prossima recensione!

1 thoughts on “Alice nel Paese della Vaporità – Francesco Dimitri ~ ☕☕

Lascia un commento